BREVE STORIA DELL'ESTRAZIONE DI VALORE DALL'ESSERE UMANO
Il modo più comune per estrarre valore dagli esseri umani è sempre stato il lavoro, sia sotto forma di schiavitù che di lavoro salariato. In questa prima forma di estrazione era possibile essere o avere soldati, sacerdoti, contadini, muratori, prostitute, ecc.
Il capitalismo consumista scoprì che è possibile estrarre valore non solo dalla produzione dell'uomo, ma anche dal suo consumo. Il fordismo è stato in grado di sviluppare un nuovo modello di business, consapevole che se la società di massa richiede una produzione di massa, ha bisogno anche di un consumo di massa.
Il capitalismo della sorveglianza (Zuboff), afferma un nuovo modo di estrarre valore dagli esseri umani. Gli scarti della comunicazione e dell’interazione tra gli utenti, raccolti ed analizzati, consentono di acquisire informazioni che vengono vendute a soggetti terzi. La famosa frase di Andrew Lewis: “Se non lo paghi, non sei il cliente; sei il prodotto”, secondo Zuboff, non è corretta. Nell'interazione con internet l'utente non è il prodotto, ma la materia prima, il surplus comportamentale.
All'inizio le informazioni estratte venivano utilizzate per offrire all'utente un servizio migliore, ma ben presto si sono configurate come eccedenze comportamentali e hanno iniziato da essere vendute come prodotti ignorando questioni di legittimità, sovranità e privacy.
L'utente da cui vengono estratti i dati, perde tutti i diritti su di essi e non ha alcun potere né come materia prima, né come produttore, né come prodotto. Solo chi prende le informazioni senza di fatto chiedere il permesso, ha diritti come produttore, e chi le paga, ha diritti come cliente. In gioco c’è l'intero universo privato dell’uomo. La commercializzazione della vita privata rende il regno antropologico del “sé” solo un mercato di frammenti di vita da vendere come materia prima, e travisare la distruzione antropologica di un uomo libero con la semplice perdita della privacy significa non comprendere la portata ontologica di ciò che sta accadendo.
Nella nostra era in rapida evoluzione, gli uomini hanno un diverso equilibrio di valore come materia prima, prodotto, produttore e consumatore. Il modo in cui puoi estrarre valore da un uomo coincide grosso modo con le tradizionali differenze di classe.
La difesa degli uomini dalla violenta estrazione di valore da parte di altri uomini è lo scheletro della storia umana. Tuttavia, la prossima rivoluzione di tale meccanismo potrebbe cambiare le regole del gioco.
Come dice Harari, in futuro gli uomini potrebbero combattere non contro il proprio sfruttamento, ma contro l'impossibilità di essere sfruttati. In altre parole, l'uomo correrebbe il rischio di non avere più alcun valore, di essere irrilevante.
Se l'uomo non sarà più la forma di vita più importante, perché in termini di intelligenza e capacità produttiva l'intelligenza artificiale potrebbe superarlo; se per le stesse ragioni anche le scelte politiche, sociali ed economiche saranno fatte dall'intelligenza artificiale quale sarebbe il valore degli esseri umani? o meglio quale valore si potrebbe ancora estrarre dall'essere umano?
Gli esseri umani non avranno valore di produzione perché le macchine produrranno di più e meglio di loro. Anche in termini di consumo potrebbero non avere più valore. Primo, perché la curva di soddisfazione dei bisogni tende inesorabilmente ad appiattirsi per esseri che smettono di evolversi, secondo perché, in una società in cui le macchine hanno più possibilità di produrre e creare profitti, prima o poi finiranno per essere destinatarie anche della maggior parte dei consumi.
Anche come prodotto, l'uomo finirebbe per avere poca importanza. Di cosa una macchina potrebbe aver bisogno da un uomo che non possa avere da un'altra macchina più velocemente e ad un prezzo inferiore?
Rimarrebbe il ruolo che svolge oggi l’uomo nel capitalismo della sorveglianza, quello di materia prima per la creazione di eccedenze comportamentali. Ma anche quella funzione sarebbe in pericolo. Se la macchina fosse il più grande produttore, il più grande consumatore e il prodotto più importante, l'uomo non avrebbe importanza nemmeno come oggetto per l'estrazione di informazioni. Tali informazioni verrebbero estratte dalle attività e dalle capacità delle macchine.
Possiamo immaginare all’inizio Il passaggio dell’uomo dalla condizione di soggetto dal valore inestimabile a quella di oggetto molto costoso ma inutile. Successivamente, le leggi del mercato allineeranno il prezzo degli esseri umani con la loro utilità, rendendoli prima ‘a buon mercato, poi del tutto privi di valore. Ciò sarà socialmente doloroso e comporterà terremoti storici ora impensabili.
Nel momento più importante della storia degli esseri umani si assisterà al più grande fallimento evolutivo dell’istinto di sopravvivenza perché sebbene l’essere umano sia in grado di predire questo infausto futuro, non è tuttavia in grado di impedirlo.