IL CAPITALE CONTRO L’INDIVIDUO
L'individuo è un essere obsoleto, inviso al capitale e il sistema cerca di disfarsene.
Nel 1987 Margaret Thatcher disse: «Non esiste una società. Ci sono singoli uomini e donne e ci sono famiglie e nessun governo può fare nulla se non attraverso le persone e le persone guardano prima a se stesse”.
Per Baudealaire ‘Non vi può essere progresso (vero, cioè morale) che nell'individuo e attraverso l’individuo stesso’, e secondo Nicolás Gómez Dávila ‘per Dio non ci sono che individui’.
Eppure, nel suo sviluppo naturale, il capitalismo trova nell'individuo un ostacolo nelle sue tre declinazioni di soggetto portatore di un’esperienza individuale, indicatore della domanda e mercato dell’offerta, e come cittadino.
L'individuo come esperienza
Come scrive Harari in Homo Deus, l'Intelligenza Artificiale ha dimostrato che non c'è niente di speciale nella mente umana e gli algoritmi che sono alla base dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti di un individuo, non solo non hanno bisogno di polpa umana, ma potrebbero persino trovarsi più a loro agio nella plastica, nel silicio e nel metallo. La velocità del sistema di dati e informazioni non può permettere di soffermarsi sull'esperienza personale dell'individuo. L'individuo che chiede ai dati di scorrere alla sua velocità di processarli è come un imbuto stradale che ne rallenta il flusso. È l'individuo, che tayloristicamente deve andare alla velocità del flusso dei dati.
L'unicità concessa all'individuo dal capitale non è quella della sua esperienza, ma quella che lo rende una nicchia in un mercato da soddisfare attraverso un'offerta differenziata.
Per il ciclo di creazione e soddisfazione dei bisogni, su cui si basa la creazione della domanda e dell'offerta, l'esperienza che rende unico un individuo è una forza drenante. Ciò che fa di un individuo un produttore o un consumatore, le sue competenze, hanno poco o nulla a che fare con la sua esperienza.
L'individuo come consumatore
In quanto consumatore, creatore della domanda e ricettore dell’offerta, i suoi tempi, la sua limitata prevedibilità, il suo potere negoziale, rappresentano un limite che il capitale cerca di trascendere attraverso un paziente lavoro di frammentazione.
Nella società digitale, l'offerta è ora in grado di trovare la sua domanda con grande precisione. Non mira più all'individuo ma ai suoi desideri, alla sua minima inclinazione, al suo comportamento meno consueto, e può identificarli con estrema esattezza. Il capitale prova nei confronti dell'individuo lo stesso fastidio che alcune multinazionali hanno nei confronti del governo di un paese che ostacola l'accesso al suo ricco mercato.
Il capitale genera i suoi cicli di investimento, produzione e profitto a una velocità che a lungo termine non può essere lasciata ai bisogni dell'individuo. L'individuo ha accelerato il proprio modo di vivere (High-speed society), ha accettato i dettami del consumismo, si è adeguato alla mobilità della globalizzazione, e si è difeso attraverso l'istituzione della proprietà privata, che nata come un’ancella del capitale, ha comunque permesso all’individuo di inserire la sua volontà nel ciclo vitale del capitale.
Ma il suo potere frenante è una contraddizione che il sistema ha bisogno di risolvere.
Il capitale si è espanso nello spazio attraverso la globalizzazione e nel tempo attraverso l’accelerazione dei cicli di produzione e consumo, ma quando questo non si è mostrato sufficiente il capitale dichiara deliberatamente guerra all’individuo con il proposito di rimuoverlo dalla sua posizione di centro di emanazione della domanda, luogo di raccolta dell’offerta e punto di decisione di ultima istanza del valore.
L'individuo come cittadino
In quanto cittadino, con diritti, doveri, bisogni e volontà politica, l'individuo è un ostacolo agli stati, ai governi, alle democrazie e ai poteri totalitari. Già Theodor Adorno aveva visto l'individuo al centro dei movimenti generati dalla crisi del liberalismo e della famiglia borghese, dalle sperimentazioni totalitarie del nazionalsocialismo, dall'avvento della società di massa e dall'industria culturale. Questi movimenti hanno avuto un'accelerazione.
Una società governata dalle esigenze del capitale promuove cambiamenti che non sono compatibili con l'espressione democratica dell'individuo, né con le esigenze civili e politiche. Il cittadino è disarticolato in singole decisioni manovrate e manipolate dalla tecnostruttura e può approvare solo con informazioni limitate e potere contrattuale inesistente.
Parafrasando Theodor Adorno possiamo dire che in futuro sarà sempre piu’ sfrontato pronunciare la parola ‘io’, o non indulgendo alla nostra brama di lieto fine, possiamo ricordare Charles Bukowski, (Niente canzoni d'amore, 1990), per il quale ‘il problema della storia dell'uomo è che non porta da nessuna parte se non verso la morte sicura dell'individuo, e questa è una cosa brutta e monotona, una semplice questione di nettezza urbana’.